Origini della costituzione della città dell’Aquila

Tempo di lettura: 4 minuti

ORIGINI DELLA COSTRUZIONE DELLA CITTA’ DELL’AQUILA

di Paolo Rocchigiani

Mi sono sempre fatto delle domande sulle origini della città dell’Aquila. In questo breve articolo porto il risultato della mia ricerca sulla costruzione di una delle città più belle del centro Italia.

Già in epoca normanna l’intera frontiera settentrionale del Regno di Sicilia, la nostra Montagna d’Abruzzo, si presentava senza praticamente agglomerati cittadini degni di nota (presenti invece nella zona nord est della regione) e fortemente frammentata in rocche e feudi che, controllati da discendenti dei conti dei Marsi, Rieti, e da famiglie franche e longobarde, divisi tra alta aristocrazia o nobiltà minore, erano guidati con l’intento di acquisire quanto più potere possibile.

Il cambio di “gestione” di una parte del potere dominante a favore degli imperatori tedeschi non aveva certo migliorato il quadro generale. Oltre l’impero l’altro grande attore ingombrante e, ugualmente protagonista del tempo, era la Chiesa: Impero e Papato infatti  avanzavano legittimamente diritti di predominio l’uno sull’altro, nonché sul resto del creato. Già nel 1210 con lo scomunicato imperatore Welfen Ottone IV, i rapporti tra Impero, Chiesa romana e l’alta aristocrazia abruzzese, soprattutto dell’aquilano, furono molto irrequieti.

Nel 1220 Federico II fu incoronato imperatore del Sacro Romano Impero da papa Onorio III conservando, da parte di madre, la corona del Regno di Sicilia. Il giovane imperatore comincia così una decisa azione di restaurazione di ordine per la costituzione di un forte stato laico con i poteri accentrati nelle mani dell’imperatore stesso a discapito di feudatari, autonomie locali e comuni. I baroni furono perseguitati e le fortezze distrutte.

Tra il 1226 e 1228, prima della partenza dell’imperatore per la sua Crociata, anche i feudatari dell’Abruzzo furono ricondotti all’ubbidienza dagli eserciti imperiali. Sul campo si scontrarono gli interessi del Ducato di Spoleto, dell’Imperatore, del Papato e di tutti i casati favorevoli all’uno o all’altro, spinti da spirito di rivalsa o pura opportunità: ne risultò che i confini di questo territorio erano estremamente mutevoli.

In questo scenario arriviamo con la nostra ricerca dell’origine della città dell’Aquila. Nel 1229 sale al Soglio Pontificio Gregorio IX ed è a lui che dobbiamo i primi documenti che si riferiscono a L’Aquila. Gli abitanti del contado di Amiterno (Coppito) e Forcona (Civita di Bagno), probabilmente spinti dai soprusi e dalle angherie direttamente o indirettamente imperiali, o forse solo per cambiare alleanze sperando di migliorare la propria situazione, chiedono con delle missive di essere liberati dal giogo imperiale e di poter entrare a far parte del demanio del Papa (già nel Privilegium Otonis  del 13 febbraio del 962, Ottone I confermava che queste terre rientravano in un pacchetto di proprietà di tutela del Papa). Da notare come la richiesta non parta proprio dal basso, visto che  viene supportata dall’aristocrazia locale rappresentata da Lucas de Preturo e dagli ecclesiastici Symeon Praepositus Sancti Iustini e il Presbiter Iohannes Stephani.

Nelle missive di risposte del Papa scritte da Perugia il 27 luglio e il 7 settembre 1229 viene autorizzata, previo pagamento di una discreta somma e successive offerte, la fondazione di una città nella località chiamata Acculi (corrispondente all’attuale borgo Rivera), su un colle che divideva i contadi di Amiterno e Forcona. Non se ne fece però nulla.

Abbiamo poi un buco dal 1229, anno delle risposte papali, al 1254, data ufficiale dell’altro documento cui si fa esplicitamente riferimento a L’Aquila: il Privilegium concessorum civitae della Cancelleria Sveva. A lungo il diploma di costituzione della città viene attribuito a Federico II, nella figura del cancelliere di corte Pier Della Vigna, visto che non ci sono stemmi o firme che possano provare il contrario. Alla fine il Prof. Gennaro Maria Monti lo attribuisce a Corrado IV, figlio di Federico II che proprio nel 1254 ridiscende dalla Germania per occuparsi delle questioni italiche, trovando la morte  però nello stesso anno.

Sinceramente non è bene chiaro se il nuovo Imperatore Corrado IV trovi già un nucleo della cittadina o se semplicemente faccia redigere il diploma favorendo la costruzione della città per inserirla nel sistema Svevo in ottica puramente imperiale, facendone una roccaforte anti papale e per ridurre il potere dei baroni locali assicurandosi la fedeltà delle popolazioni circostanti.

La mia perplessità sta nel fatto che se il permesso di costruzione viene dato nel 1254, già nel 1259 L’Aquila  viene distrutta dall’altro figlio di Federico II, Manfredi che la punisce per la sua infedeltà a favore del papa, per di più dopo un assedio iniziato nel 1256.

Le date invitano quantomeno a riflettere. Sembra logico pensare che o la città sia stata  costruita in tempi brevissimi o effettivamente esistesse già una importante agglomerato che magari attendeva solo un riconoscimento ufficiale, magari proprio un diploma. Da segnalare come proprio negli stessi anni L’Aquila viene riconosciuta come importante competitore nel centro Italia montano sia da Rieti che Ascoli che provano anche ad attaccarla rinunciando proprio perché dissuase dall’intervento papale.

La ricostruzione a partire dalle mura avverrà dal 1270 dopo che il 23 agosto del 1268 Corradino, l’ultimo degli Svevo, sarà sconfitto a Tagliacozzo da Carlo D’Angiò e dal Papa Alessandro IV.

Sicuramente gli aquilani giocarono un ruolo nella battaglia tanto da meritare condizioni favorevoli alla ricostruzione da parte dei D’Angiò stessi. Inizia dunque la fase angioina della rinascita e successivo sviluppo di quella che, almeno per altri tre secoli, sarà una potenza del centro Italia che, insieme alla sua bellezza, nasconde ancora molti punti oscuri della sua affascinante storia passata.

Paolo Rocchigiani

 

Da leggere:

La Rivelazione dell’Aquila – Luca Ceccarelli, Paiolo Cautilli

La storia de L’Aquila – autori vari – typimedia editore

L’Aquila Guida stroico-artistica alla città e al territorio – CARSA EDIZIONI

Federico II, imperatore, uomo, mito – Hubert Houben – il Mulino

Fondazioni angioine, I nuovi centri urbani nella Montanea Aprutii tra XIII e XIV secolo, Andrea Casalboni – EDIZIONI IL PAPAVERO

 La Cronaca di Buccio di Ranallo da Poplito

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