FOUR AGAINST DARKNESS – La mia prima avventura nel dungeon
Un racconto d’avventura ispirato al celebre gioco da tavolo, tra pericoli, mostri e passaggi segreti nel cuore di un dungeon oscuro.
La prima spedizione verso le oscure profondità di un dungeon segna l’inizio di un’epica avventura. Tra coraggio, paura e speranza di gloria, quattro eroi si inoltrano nel sottosuolo affrontando minotauri, goblin e antiche magie. Un racconto ispirato a Four Against Darkness che celebra il fascino delle storie fantasy nate sul tavolo da gioco.
un racconto di Paolo Rocchigiani
Four Against Darkness, questa è la mia prima avventura a questo meraviglio gioco. Esploriamo un dungeon colmo di pericoli e misteri nascosti nelle terre di Maullis. Dal diario di Vigo V. Lucifer, mago di primo livello:
“La fame di avventura, ricchezza e potere aveva cominciato a guidare i miei passi durante i miei studi di magia. Per questo avevo deciso di muovermi verso nord, verso le terre del Maullis. Durante il mio viaggio avevo incontrato tre avventurieri con i quali condividevo intenti e propositi: Darren il pio, chierico dalla lingua sciolta, Gottfrid Halles, guerriero taciturno e Brumram detto brumbrum, giovane nano attaccabrighe. Questa è la storia della nostra prima esplorazione di un dungeon.”
Le terre di Maullis non andavano affrontate tanto alla leggera. Per sbarcare il lunario accettammo umili incarichi presso il villaggio di Quattrocase. Non c’erano davvero quattro case, ma forse non molte di più. Comunque, nella piccola e logora locanda apprendemmo dell’esistenza dell’entrata di un tunnel sotterraneo nel fianco orientale di una delle colline ad est del villaggio. Si diceva che fosse il covo di predoni razziatori e bastò questo ad accendere il nostro interesse. Era quello che faceva per noi: avventura e promessa di guadagni. Passai la mattinata a memorizzare quanti più incantesimi potevo e poi brumbrum ci guidò fino al luogo dove speravamo di trovare l’ingresso del dungeon. Ci volle più tempo di quanto ci aspettassimo, ma alla fine l’entrata, scomoda e ben nascosta, si aprì dinanzi a noi. Accesi la lanterna e cominciammo la nostra esplorazione.
Entrammo in un corridoio che si ramificava in tre direzioni. Dopo un breve conciliabolo optammo per la strada di sinistra. Scendemmo per diversi metri fino ad arrivare in una stanza dalla volta molto alta. Un essere molto grande si alzò illuminato dalla luce della lanterna, le grandi corna proiettavano un’ombra sinistra su una delle pareti. Parlò in un tono fortemente gutturale chiedendo del denaro per lasciarci passare. La nostra povera situazione economica ci lasciava poche scelte e il minotauro, mostrando poca pazienza, ci caricò mancando il suo affondo. Mai avrei creduto che Darren reagisse in quel modo. Con un colpo solo, balzando in aria e abbattendo la sua mazza ferrata, fece esplodere il cranio del minotauro. Trovammo poche monete e decidemmo di continuare attraverso la porta a sinistra. Due orchi stazionavano nella stanza. Questa volta decidemmo di attaccare subito. Gottfrid fu risolutivo abbattendo uno dei due senza sforzo. L’altro riuscì a mettersi in salvo scomparendo a grande velocità. Anche qui il bottino fu di pochi spicci. Il dungeon proseguiva e così andammo avanti fino ad arrivare ad una stanza vuota. La perquisimmo sperando in un colpo di fortuna, ma mentre eravamo intenti a cercare, fummo colti da una paura incondizionata. Un gelo innaturale attraversò i nostri corpi e per un attimo ci sembrò di vedere una figura evanescente in mezzo a noi. Sembrava un sogno, ma le ferite che ricevemmo erano reali.
Non potevamo certo fermarci, così proseguimmo attraverso uno stretto passaggio che ci condusse ad una stanza quadrata con tre aperture. La stanza era vuota, ma d’improvviso da uno dei corridoi adiacenti si fece avanti un gruppo agguerrito di goblin. Il combattimento fu furibondo, ma riuscimmo ad avere la meglio mettendo in fuga i goblin sopravvissuti. Perquisendo i cadaveri trovammo una pergamena di protezione. Seguimmo il passaggio da dove erano venuti i goblin e ci imbattemmo in un piccolo tempio benedetto. Darren rivolse una preghiera e ci rimettemmo in cammino. Proseguimmo attraverso un lungo e gelido corridoio quando fummo assaliti da un gruppo di orchi. Il combattimento fu cruento, riportai alla mente le parole magiche della palla di fuoco e non esitai un istante a rivolgere la mia magia verso quegli esseri mostruosi. Riuscimmo ad avere la meglio. Brumbrum era ancora sotto una forte eccitazione guerresca mentre si apriva dianzi a noi una stanza circolare chiusa e senza via di uscita.
Indecisi sul da farsi, cominciammo ad esaminare le pareti quando Gottfrid trovò un meccanismo che aprì un passaggio segreto. Eravamo al settimo cielo, sicuri di aver trovato l’accesso per un tesoro leggendario. Poveri stolti. Attraversammo la porta e ci trovammo in una piccola stanza anch’essa circolare. Non riuscimmo a fare nulla per impedire quello che accadde. In un turbinio a cui non potemmo opporci, sentendo striduli versi simili a diaboliche risate, perdemmo la pergamena che avevamo trovato e tutte le nostre armi. Puff. Tutto sparito e in un attimo ci ritrovammo indifesi e da soli contro l’oscurità.
Continuare non poteva certo essere un’opzione. Così a malincuore decidemmo di tronare indietro. Ad ogni passo il cuore si faceva in gola, ogni rumore una pugnalata al petto. Passo dopo passo, tra ombre e paura riuscimmo a guadagnare l’uscita del dungeon. La stelle fuori ci accolsero mitigando l’oscurità che portavamo dentro. La prima avventura non era andata come ci aspettavamo, ma presto ci avremmo riprovato.
💡 Consiglio: “Se vuoi saperne di più sul perché questo gioco mi ha conquistato, leggi anche le mie impressioni generali su Four Against Darkness qui.”
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