FRAMMENTI DI UNA STORIA

Tempo di lettura: 2 minuti

FRAMMENTI DI UNA STORIA

un racconto di Paolo Rocchigiani

 

“Le proporzioni di quel primo conflitto planetario furono enormi. Gli Imperi andavano salvaguardati ed i terroristi non tollerati. Solo più tardi scoprimmo che l’inizio di quella guerra coincise con la liberazione di orde di demoni oscuri.

Essi si impadronirono del tempo, dei regni e dei cuori dei potenti, tessendo trame nascoste ed ingannevoli. Al tempo non ascoltammo e solo a posteriori potemmo capire. Dopo la fine di quel conflitto imparammo come l’economia potesse uccidere e quindi sostituirsi alla politica, plasmandola, indirizzandola, corrompendola. Toccammo il fondo solo per rialzarci e sprofondare nuovamente in una guerra, ancora peggiore della prima se possibile. Ideologie sopite si scontrarono portando una devastazione mai vista.

Poteri occulti erano all’opera quando il mondo fu diviso in due blocchi dopo una pace dai significati ben celati. Poi d’incanto arrivò il vento del cambiamento: nessuna divisione ulteriore, nessun confine. L’idea era quella di un mondo unito, senza diversità. Ci vendettero un sogno e ricevemmo un incubo. Nuovi attori presero il posto di altri che a loro volta trasformarono le proprie posizioni. Le ideologie furono derise, le diversità considerate inaccettabili, da estirpare ed omologare, il passato ritenuto costantemente in errore, ma il vero nodo fu rappresentato dal controllo della tecnologia e la diplomazia sembrò scomparire. Ancora una volta non riuscimmo ad ascoltare, lasciando il totale regno ai demoni sempre più forti, imbattibili nella loro corazza di scetticismo e incredulità.

La terza guerra lasciò in vita 1/10 della popolazione come da copione, ma qualcosa andò storto. Il male si trovò in disaccordo ed i potenti ed i loro padroni seppero che il loro potere era giunto alla fine. Il vero padrone del passato e del presente si manifestò dopo che gli agenti del caos avevano separato per lui il grano dalla gramigna. Il mietitore purificò il pianeta, ricompensò i giusti e punì i colpevoli. Un intero ciclo evolutivo era andato perduto; ancora una volta.

Non riuscivamo proprio ad ubbidire, eravamo colpevoli, terribilmente colpevoli. Solcando le undici dimensioni potemmo contare su di un’altra possibilità. Tornarono le nostre evolute guide e finalmente imparammo. La nostra mente abbracciò capacità dimenticate e finalmente cominciammo a capire. Vivemmo un periodo di crescita spirituale mentre le onde della nostra stella mutavano il nostro DNA. Le ricompense furono incredibili.”

Il frammento finiva così, come sempre d’altronde. Ancora una volta l’assurda speranza di leggere qualcosa in più fu puntualmente disattesa. Avalos ripose  allora lo strano foglio nella teca in cui era solito conservarlo. L’aveva avuto in eredità da suo padre, come lui dal suo molto tempo prima. Non aveva mai avuto una spiegazione convincente riguardo la  provenienza di quel cimelio di famiglia, ma ogni volta che toccava quella straordinaria carta dall’aspetto metallico, non poteva fare a meno di pensare a qualcosa di assolutamente incredibile, forse antico e sicuramente unico.

Il contenuto poi rappresentava un mistero assolutamente affascinante: alcune parole non avevano alcun significato e questo lo rendeva inquieto, ma allo stesso tempo divorato dalla curiosità.

Ma cosa voleva dire? Perché era arrivato a lui? Le solite domande senza risposta che lo tormentavano per un po’ dopo che aveva nuovamente ceduto al fascino del frammento di una delle tante storie possibili.

Affacciandosi alla finestra del maniero roccioso, trascinò pensieroso la sua coda mentre le lune di Sodophis venivano nascoste da una enorme nube tonante.

Paolo Rocchigiani

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