I MENDICANTI -3-
un racconto di Paolo Rocchigiani
Fiero Liborio spingeva il suo carretto pieno di stracci. Col solito passo lento a fatica si faceva largo sulla strada sconnessa. Il suo non era certo un carretto bello a vedersi: così malamente assemblato con pezzi di legno di varie provenienze e misure.
Forse anche le ruote erano di diametro diverso, infatti ad ogni passo oscillava paurosamente dando l’impressione di poter cadere a pezzi da un momento all’altro. Nonostante bel suo insieme avesse un aspetto davvero becero, lo stracciaiolo mostrava l’occhio vispo, svelto e sempre pronto; passava in rassegna strade, case, cose e persone incrociate sul suo cammino. Diceva sempre che anche nel posto meno probabile, come ad esempio in un cumulo di immondizia al lato della strada oppure nell’orbita vuota del cranio di un vecchio guercio, poteva nascondersi qualcosa di interessante: ciò che è immondizia per qualcuno può rivelarsi un tesoro per un altro.
Purtroppo Fiero questo tesoro non lo aveva ancora trovato e anzi, da quando la Gilda lo aveva cacciato via, le cose avevano preso una brutta piega. A dirla tutta aveva dovuto reinventarsi stracciaiolo proprio dopo questo evento ed ora tentava di farsi largo nella nuova professione. Almeno Mastro Valuzzo lo aveva accolto nella comune di disgraziati che aveva messo insieme e, grazie all’aiuto dei malcapitati compari, riusciva a sopravvivere aspettando però l’occasione buona.
Quel giorno aveva deciso di spingersi nei quartieri bene della Repubblica sperando in un colpo di fortuna. Aveva scelto di andare ai Plessi, era un quartiere che gli piaceva particolarmente con tutte le sue torri. Per le strade aveva notato fermento, c’erano molte guardie della Repubblica in giro, qualcosa di grosso doveva essere capitato in città. Non curante di quei movimenti continuò la sua ricerca, ma la missione non sembrava dare i frutti sperati: il “bottino ” fino a quel momento era stato davvero deludente e stava quasi per demordere.
Stracciaiolo! Stracciaiolo! Sentì chiamare da una donna minuta che portava un grosso fagotto che la nascondeva quasi totalmente. Forse una svolta. Fiero fermò il carretto ed attese l’arrivo del fagotto con le gambe. La donna, mostrando di volersi liberare velocemente e senza troppe chiacchiere del peso, quasi glielo lanciò addosso. Tieni Stracciaiolo e fanne quello che ti pare! Non se lo fece ripetere due volte e si affrettò a far posto al fagotto nel carretto. Si vedeva subito che era roba raffinata, un vero spreco buttarla via. Poteva ricavarci qualcosa di buono: aveva fatto proprio bene a venire ai Plessi! Bettina riprese fiato e liberatasi di quel pensiero si rimboccò le maniche per tornare alle sue faccende nella Torre Bianca. Fiero invece aveva fatto un buon raccolto e soddisfatto decise di girare il carretto e tornarsene a casa.