Supplizio di Marcantonio Bragadin

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Assedio di Famagosta (Cipro) 22 agosto 1570 – 4 agosto 1571.
Quasi un anno, tanto ci è voluto all’enorme esercito assediante Turco per avere la meglio sulla roccaforte Veneziana di Famagosta.
200.000 soldati provenienti da tutte le province dell’Impero Ottomano contro 7.000 difensori tra Veneziani, Ciprioti e ogni tipo di soldato di ventura dell’Italica penisola. Alla resa della città si contano 80.000 morti musulmani e 6.000 tra le fila dei difensori cristiani. La rabbia cieca e furente del Serdar turco Lala Mustafa Pasha per il costo sproposito della vittoria, si rovescia infine sul rettore della città di Famagosta, il generale Veneziano Marcantonio Bragadin.
Il Serdar promette dapprima un lasciapassare agli assediati sconfitti, poi disonora il suo Sultano massacrando i comandanti Veneziani nonostante la promessa della salvezza. Terribile è il supplizio riservato al generale Bragadin che, appena si rende conto della menzogna di Lala Mustafa Pasha, lo affronta indomito pronto alla morte:
“Per tutto un anno qui come a Malta, non avete vinto una battaglia. E ve me vendicate ora, che ci avete in mano, e senza rischi?”
Pochi si opposero a molti. Intanto i venti di guerra andavano addensandosi, la Lega Santa prendeva vigore e la battaglia di Lepanto non era lontana.
Supplizio di Marcantonio Bragadin, onore al Generale.

Martirio Bragadin

Paolo Rocchigiani

LA GRANDE SFERA

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LA GRANDE SFERA

un racconto di Paolo Rocchigiani

 

In un tempo assai lontano, ignorando le leggi della scienza, nacque e si sviluppò una minuscola, pulsante, affascinante e misteriosa particella fatta di una energia assolutamente negativa. Dalle più profonde ed inesplorate pieghe di ciò che è ancora lontano dall’essere scoperto, nel punto più nascosto ed oscuro del cuore di ogni essere umano, l’ignota particella aveva trovato nutrimento. Una razza incredibilmente evoluta e allo stesso tempo arida come mai era accaduto nella storia del mondo fu per lei terreno straordinariamente fertile.

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IL GIOVANE ARTHUR

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IL GIOVANE ARTHUR

un racconto di Paolo Rocchigiani

 

Il giovane Arthur si strinse nel mantello. Faceva freddo, ma nonostante i brividi non poteva fare a meno di sorridere. Non vedeva l’ora di raggiungere il suo maestro: questa volta padre Malidas sarebbe stato finalmente soddisfatto di lui. Aprì il vecchio portone di legno marcio e si diresse pieno di eccitazione verso il padre seduto al solito in un angolo della modestissima abitazione.

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PASSEGGIANDO

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PASSEGGIANDO

un racconto di Paolo Rocchigiani

 

Pare che l’assassino insensato fosse riuscito a fuggire. Certo che il giornalista che gli aveva affibbiato quel soprannome doveva essere proprio a corto di idee quando gli capitò di descriverlo nel primo articolo; anche se, effettivamente, uno squilibrato che accoltella perfetti sconosciuti in strada dopo averli seguiti, insensato deve esserlo davvero. Dopo l’ennesima brutta notizia, avendo fatto il pieno di ansia, spensi la tele. Un passaggio veloce davanti lo specchio di fronte l’entrata e uscii dall’appartamento. Avevo voglia di fare due passi, così, giusto  per combattere la sedentarietà.

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I MENDICANTI -4-

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I MENDICANTI -4-

un racconto di Paolo Rocchigiani

 

Stretto nel suo spesso grembiule di cuoio, Peppiniello era concentrato su un paio di scarpe che stava tentando di riparare con le solite alterne fortune. Il robusto ragazzone, curvo su se stesso e a bocca aperta per prendere la mira, cercava di inserire lo spago cerato nel grosso ago ricurvo che teneva tra l’indice e il pollice in una morsa tutt’altro che ferrea.

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I MENDICANTI -3-

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I MENDICANTI -3-

un racconto di Paolo Rocchigiani

 

Fiero Liborio spingeva il suo carretto pieno di stracci. Col solito passo lento a fatica si faceva largo sulla strada sconnessa. Il suo non era certo un carretto bello a vedersi: così malamente assemblato con pezzi di legno di varie provenienze e misure.

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